Gay & Bisex
La scoperta di Ahmed : studiare in Arabia (capitolo 7)
di Evan18
18.02.2017 |
12.937 |
4
"Riempiendomi le valigie di roba inutile per il viaggio imminente..."
L'odore della sborra di Michele, che aveva macchiato il mio jeans,mi distraeva dal pensiero profondo su cui mi concentravo. Forse fu la prima volta che provai davvero a fermarmi. Fino ad allora tutto scorreva così velocemente e meccanicamente, che quasi non mi accorgevo di ciò che facevo. Per la prima volta realizzai. Cercai di mettere in ordine le idee, ma l'immagine di quei cazzi enormi mi scirreva nella mente, fussavo le mie foto impregnate da loro. E mi domandai perché lo avessi fatto. Perché dovevo diventare una troia?
Ma la risposta era già impressa nella mia testa: il mio abbigliamento,il mio comportamento...tutto oramai era cambiato. Realizzai che tutto intorno a me non aveva più senso. I miei affetti,i miei amici, le mir abitudini, me stesso...tutto era svanito. Io vivevo per il mio "papi". Tanto valeva allora vivere con lui.
Io ero contento del nuovo me, grazie a lui.
10 minuti e cercai di contattarlo, ma lui sembrava sparito. Cosa dovevo fare? Cosa dovevo dire? Come sarei dovuto andare?
Mi assincerai che il biglietto fosse vero,chiamando il numero verde dell'azienda. Intanto aprii l'armadio ma non sapevo da dove cominciare. Giravo a vuoto per casa. Presi la valigia media,cominciai a riempirla, ma avevo poco da mettere. Il telefono vibrò: "Yes or No?"...risposi "Yes,papi" e lui soddisfatto mi scrisse: "(..)..brava, non preoccuparti, potrai tornare quando vuoi in italia, tanto sono pochi giorni...passano in fretta,vedrai che troia sarai!"
E da quel momento smise di essere online.
Se tornavo quindi avrei dovuto inventare una scusa.
Mia madre era appena tornata quando vude le valigie in soggiorno.
"Ma cosa succede, dove vai? Non capisco!"
"Mamma, ehm...la scuola..ehh..praticamente...ho la possibilità di studiare all'estero...eh.."
"Ma cosa?! Dove?! Ma come ora?"
"Ehmm...in Arabia..faccio le valigie"
"Ma tu sarai pazzo...stai scherzando?"
"No mamma...é tutto gratis...è importante...si tratta solo di passare l'estate lì."
"MA COME L'ESTATE? "
"Eh..mamma...si"
"Ma con l'esame? Mancano pochi giorni..ma quando parti...fra una settimana? Dove stai?..."
"Gli esami li posso fare lì..è tutto programmato...E poi beh..parto domani"
"DOMANI??? SEI MATTOO...ma quando pensavi di dirmelo""
"Eh..mamma ma in realtà è 1 mese che stavo aspettando qusta notizia...sai per i tempi burocratici...oggi mi è arrivato il biglietto...non posso farci nulla.m.anch'io avrei voluto saperlo prima!"
Mia madre che ,seppur aperta, era apprensiva...mi tempestò di altre domande...riempiendomi le valigie di roba inutile per il viaggio imminente.
Un abbraccio forte fu tutto quello che ricevetti quel giorno. Diedi uno sguardo alla mia casa pensando che sarei andato in un posto sconosciuto in mezzo a sconosciuti. Fu come dare uno sguardo alla mia vita che cambiava, anche se non era un vero addio ma un arrivederci. Chiamai un taxi così da rendere l'allontanamento da casa più facile.
Finalmente arrivai nel posto in cui il denaro è tutto: e io ne avevo poco. Infatti, avevo portato con me del denaro, tutto quello che avevo accumulato fino ad allora, ma mi sarebbe bastato per poco. Non potevo chiamare un taxy...non sapevo come fare. Attesi in aereoporto con il mio abbigliamento quotidiano, dopo aver ritirato le due valigie medie contententi i miei pochi outfit e tutti gli oggetti quotidiani possibili. Indossavo ancora quei jeans, impregnati e macchiati da Michele. Stranamente non ero osservato in maniera tale da mettermi in imbarazzo. L'Arabia, per quanto chiusa idealmente e moralmente, sembrava così libera. Ore 17.00 del giorno dopo e io ero lì seduto nell'angolo, quando arriva il messaggio: "Sono in aeroporto, sto venendo a prenderti troia. Sei lì?"
"Si papi"
"bene, aspetta lì"
Ma lì dove? E come mi posi questa domanda eccolo lì che stava arrivando: lo riconobbi subito e mi si spalancarono gli occhi. Era lui. Capelli corti, rasati e sfumati ai lati mentre dei riccioli leggermente accennati sopra e una barba leggera e ben curata. Una canottiera nera avvolgeva il suo tronco, le braccia possenti e i bicipiti e tricipiti disegnati sfoggiavano la sua forza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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